Una serata all'insegna della tradizione piemontese: cena con bagna caùda a Baldissero Torinese
Sabato 16 novembre, presso il Centro Bric Paluc, si terrà una cena a tema bagna caùda, per assaggiare questo delizioso piatto tipico piemontese!
Alcuni cenni sulla Bagna Caùda: credenze, aneddoti e verità dal passato
Sabato 16 novembre, presso il Centro Bric Paluc, si terrà una cena a tema bagna caùda, per assaggiare questo delizioso piatto tipico piemontese!
Alcuni cenni sulla Bagna Caùda: credenze, aneddoti e verità dal passato
Le origini della Bagna Caùda si perdono nel tempo, si pensa che risalgano al primo medioevo. Di certo era un piatto povero ma facilmente accessibile almeno nelle zone marinare. Molte sono le supposizioni sulla provenienza e sulle origini di questo piatto.
Una di queste è che fosse il pasto unico dei condannati ai lavori forzati nelle saline, probabilmente quelle della Provenza, e consistente di acciughe sciolte in acqua bollente e consumate con pane secco intinto nella brodaglia dai condannati disposti in cerchio intorno al pentolone.
Sembra che per combattere lo scorbuto, mancanza di verdure per lunghi periodi, i condannati usassero aglio e cardi selvatici e qualche raro cavolo.
Probabilmente fu un mercante di sale ed acciughe ad esportare questa ricetta migliorata con l’uso dell’olio al posto dell’acqua ed aggiungendo l’aglio che era considerato un toccasana per qualsiasi malattia dell’epoca.
Certo è che la ricetta si diffuse con facillità, anche se la nobiltà non l’apprezzava per l’elevato contenuto di aglio; in Piemonte diventò il piatto della condivisione e dell’amicizia: veniva preparato in occasioni speciali come la sgranature delle pannocchie di mais o della festa del vino novello.
La prima traccia scritta di questo piatto risale al 1875 ad opera dello scrittore e romanziere Roberto Sacchetti, in una sua opera descrive la salsa così come la conosciamo oggi.
Acciughe, Aglio ed Olio. Le versioni poi nacquero spontanee da paese a paese: da chi sostituì l’olio d’oliva con l’olio di noci, a chi aggiunse latte e panna per alleggerire il sapore dell’aglio, di certo una cosa comune fu l’incremento delle verdure cotte e crude da intingere nella salsa accompagnate da un vino rosso corposo.
Una costante rimane la convivialità: anticamente la bagna caùda veniva posta in un contenitore al centro del tavolo, riscaldato dalle braci, ed ogni commensale vi intingeva la verdura.
Col passare del tempo si passo ad un recipiente personale, il fujot, che include la possibilità di mantenere caldo l’intingolo mediante un lumino.
I procedimenti di cottura e di preparazione sono diversi, dalla bollitura dell’aglio in acqua o latte, o tagliato in fettine sottilissime, quasi trasparenti e cotto nell’olio, le acciughe dissalate e private della lisca lavate con il vino, all’aggiunta della panna nella cottura per stemperare il sapore dell’aglio.
Sono da evitare alcuni errori, come far friggere l’olio, non curare a dovere la desalatura delle acciughe oppure frullare il composto per accelerarne la preparazione: una Buona Bagna Cauda a fine cottura deve presentarsi come una crema spumosa ricoperta da uno strato d’olio.
Le verdure che non possono mancare sono il cardo, il sedano, il cavolo, il topinambolo le cipolle al forno, il peperone…
Non rimane ora che gustare insieme questo piatto che dal Piemonte si è diffuso nel Mondo dal Giappone alle Americhe: ci vediamo a Baldissero Torinese il 16 novembre!